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Quando l'architettura diventa icona

LE CINQUE CASE PROGETTATE DA ARCHITETTI CHE DOVETE CONOSCERE

Esistono case progettate da architetti che amo particolarmente e che mi hanno sempre ispirata.

Sono molto diverse tra loro, eppure un filo sottile le lega tutte: sono state realizzate da architetti appassionati e che amavano profondamente il loro lavoro. Nella maggior parte dei casi gli architetti in questione erano anche visionari, eclettici e anche un pizzico folli.

Quindi, cominciamo subito la scoperta delle cinque case che amo e che voglio farvi conoscere!

 

Casa de Vidro ( San Paolo) _ Lina Bo Bardi

Lina Bo Bardi si trasferì a San Paolo nel 1950 e progettò questa casa sullo stile delle case di Mies e Le Corbusier: la struttura è sollevata da terra da lunghi e sottili pilastri e si accede all’abitazione mediante una scala in metallo. La casa, progettata con enormi pareti vetrate, dialoga fortemente con la natura intorno. Gli spazi sono ampi e ariosi, con arredi di modernariato e antiquariato pensati per ospitare molti amici e colleghi della coppia. Sembra quasi di sentire le risate delle persone sedute al grande tavolo da pranzo mentre sugli alberi esterni volano uccelli di mille colori.

Eames House ( Los Angeles) Charles e Ray Eames

Ho studiato questa coppia di architetti all’Università e hanno cambiato totalmente il mio modo di vedere l’architettura e di progettare: pionieri del modernismo, in questa casa hanno ideato tantissimi oggetti, giocattoli che sono entrati nella storia. La loro casa nacque come risposta alle esigenze di creare nuove abitazioni nel dopoguerra e fu progettata, come tutte le loro ideazioni, a quattro mani.

La struttura è formata da due parallelepipedi di acciaio nero con vetrate a tutta altezza e pannelli rossi, gialli e blu che ricordano un quadro di Mondrian. Gli interni con alte librerie a doppia altezza, creano una connessione con l’esterno e con il cortile che unisce i due corpi di fabbrica. Oggi ospita la Eames Foundation e si respira ancora il carattere ludico del loro meraviglioso lascito.

Casa sul Canal Grande per Loredana Balboni (Venezia) , Carlo Scarpa

Non ho mai nascosto la mia simpatia per Carlo Scarpa che, pur non avendo mai raggiunto la laurea, ci ha lasciato tesori di architettura preziosissimi. Notevole era la sua ricercatezza nei dettagli, dagli intagli dei marmi alle ringhiere, alle serrature delle porte. Era un genio, c’è poco da fare, e davanti ai geni c’è solo da restare estasiati come bimbi di fronte allo zucchero filato.

Questa casa fu progettata per la collezionista d’arte Loredana Balboni e rispecchia perfettamente il modo di intendere l’architettura e il design del progettista: gli interni, studiati nei minimi dettagli, furono pensati per ospitare sia le funzioni tipiche delle abitazioni, sia come una vera e propria galleria d’arte, considerate le numerose opere che aveva accumulato la proprietaria.

Un piccolo gossip: si vocifera che il progetto fu completato da un collaboratore di Scarpa, dopo una feroce lite tra la committente e l’architetto.

Casa Antonioni Vitti (Costa Paradiso) – Dante Bini

Sarà perché amo profondamente la Sardegna, che considero come una seconda casa, ma questa casa avvenieristica mi ha sempre incuriosito notevolmente.

Il regista Antonioni decise di costruire in questo luogo la sua dimora, durante le riprese di un film e il progetto su affidato all’architetti Dante Bini , conosciuto da Monica Vitti durante delle vacanze a Cortina. Il progettista, avendo analizzato le caratteristiche dei committenti, propose una struttura a cupola inserita nel contesto paesaggistico realizzata in un’unica colata di cemento gonfiata e sollevata grazie a una camera d’aria. Il progetto, molto all’avanguardia, per il suo basso impatto ambientale, fu copiato anche in altri paesi, con 1500 “copie”. Nella casa sono stati ospitati personaggi della cultura e del cinema, della poesia e della politica dell’epoca.

La casa oggi versa in stato di totale abbandono, preda degli agenti atmosferici e del vandalismo, tanto che le sue precarie condizioni sono state più volte stigmatizzate sulla stampa italiana e straniera. E’ oggetto di interesse del FAI da qualche anno.

Casa Malaparte (Capri) , Adalberto Libera

Il fazzoletto di terra su cui sorge la villa fu comprato dal committente, scrittore e viaggiatore, nel 1937 per soli dodici mila lire. Si innamorò della scogliera caprese e di questo punto solitario durante un viaggio e decise di affidare il progetto all’architetto Adalberto Libera. Leggenda narra che il concept iniziale della casa ebbe origine una sera a cena e fu disegnato su dei tovaglioli di carta.

In realtà il committente, che aveva una personalità molto predominante, modificò non poco il progetto iniziale, dalla scalinata di trentadue gradini che porta sulla terrazza/copertura che si proietta verso il mare e l’infinito e che ricorda un anfiteatro agli arredi interni, disegnati direttamente da Malaparte. La struttura, a cui si accede, dopo una lunga passeggiata a piedi , resta ancora oggi una delle più discusse per la sua posizione alquanto unica paesaggisticamente. Eppure emana un fascino contemporaneo senza tempo.